Forse non tutti sano che l’epoca in cui viviamo è stata definita con l’acronimo inglese “V.U.C.A.” che possiamo tradurre con i termini di volatile, incerto, complesso e ambiguo.
In questo contesto è ovvio che paradigmi, dogmi, regole, standard, procedure coesistono ma devono fare spazio al cambiamento continuo e alla resilienza che genera nuovi scenari.
In questo contesto fluido l’organizzazione aziendale va ripensata e in tempi rapidi: si parla oggi di “Open Management”, che potremmo tradurre come “”Gestione aperta”.
Aperta a cosa? Aperta alle veloci dinamiche che il cambiamento comporta.
Oltre a generare idee, bisogna sapere gestire il processo di innovazione: sono necessarie pratiche che richiedono il ruolo di manager sensibili per guidare il Team all’interno dell’organizzazione in cui lavora, nella condivisione di conoscenze che aiutino a cavalcare il cambiamento continuo e le difficoltà ad esso connesse, evitando lo stress.
La cultura manageriale classica (da Peter Drucker in poi) va studiata per essere adattata in modo lean “snello” all’organizzazione di nuove idee imprenditoriali secondo metodologie pratiche, semplici e flessibili.
L’Open Manager esplora e crea reti formali e informali orientate alla ricerca, all’innovazione, ai nuovi trend di mercato, alla costruzione di reti di imprese in grado di includere processi produttivi diversi, conoscenze e risorse umane per raggiungere gli obiettivi di profitto, ovviamente.
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by Sara Sacco / Content Manager
In un’epoca V.U.C.A. l’’impresa aperta al cambiamento riorganizza se stessa.
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