Di Luca Aschei 20/02/2024
Salviamo il “Lei” forma di educazione e rispetto.
Dal 1500 ad oggi il pronome Lei è il più indicato per rivolgersi a persone che non si conoscono, di qualunque levatura o importanza. È la formula che si è sviluppata in un periodo di grande evoluzione di pensiero, il Rinascimento.
Solo nel periodo fascista Mussolini vietò il Lei preferendo il Voi. Questo dovrebbe bastare per preservare il Lei come forma di rispetto e cortesia verso il prossimo.
Nel Rinascimento periodo di grande crescita individuale, dopo il precedente Medioevo prende vita la formula “Lei” e fino ad oggi è riconosciuta come corretta e indice di giusto rispetto verso chi non si conosce o ha cariche importanti.
Tuttavia già da qualche anno sta dilagando il “tu” pronome che sembra più portatore di uguaglianza, ma che invece porta solo minore educazione.
I ragazzi usano solo il tu anche verso persone anziane che non conoscono e utilizzano il “ciao” con tutti invece di un bel buongiorno o buonasera.
Un ritorno al medioevo? Forse, come l’abbassamento del quoziente intellettivo e la generale mancanza di cultura che ci portano a vivere come nei tempi bui di mancata conoscenza dove i re e gli imperatori trattavano il popolo come bestiame.
Colpa della scuola? Colpa della politica che ha abbassato il livello di discussione oppure dobbiamo imputare questa nuova modalità di esprimerci più frequentemente con il tu alla distanza dai centri di potere che oggi sono nel centro Europa dove la forma “Lei” non esiste?
Non importa quale sia la causa, ma certo dobbiamo bloccare l’effetto.
Torniamo a darci del Lei. Con il Lei si possono avere rapporti corretti, rispettosi ed educati. Se sentite che vi danno del tu troppo presto rispetto al vostro giudizio, se la cosa non vi sembra ancora consona al rapporto, ditelo: “Preferisco che ci diamo del Lei.”
Non pensate di offendere, perché in fondo vi ha appena offeso chi vi ha dato del tu senza permesso.
Salviamo il “Lei” forma di educazione e rispetto.