Con l’avvento del nuovo secolo si potrebbe dire che si sia entrati tutti quanti nell’era della conoscenza. Ma non è vero, la conoscenza è sempre stata un elemento fondamentale alla sopravvivenza della specie umana in un sistema spesso ostile alla stessa. Comprenderne le costanti e le variabili, determinare cosa si stesse cercando e perché ha sempre orientato il successo distinguendolo dall’insuccesso che in termini evolutivi ha spesso significato la differenza tra vita e morte. Quello che è drammaticamente cambiato è il ritmo con cui si è velocizzato quel sapere nelle arterie delle reti digitali che con un po’ di superficialità chiamiamo Internet. Intelligenze artificiali, algoritmi sapienti, machine learning, sono solo tre tra mille nuove forme di sapere che sono applicabili, che lo si voglia o no, ad ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Oggi sapere significa rimanere sempre aggiornati su quello che evolve in ogni tipo di campo immaginabile.
Anni fa, per fare un esempio, nella chimica esistevano centomila professionisti che quando erano fortunati potevano avere accesso a poche importanti pubblicazioni e scambiare idee con una ventina di colleghi in giro per mondo. Diventavano così molto importanti i grandi convegni o simposi dove la vera ricchezza era incontrare gente altrimenti difficile da contattare. Oggi tutti sono comunicanti in tempo reale 24/7, le idee circolano a velocità difficile da seguire in maniera capillare e i dati da seguire come pertinenti al proprio interesse, sono passati da 1000 all’anno a milioni. Le persone da seguire da un numero che stava nelle dita di due mani a migliaia. Allora ecco che ritorna il problema del sapere, ma di un sapere diverso da quello di qualche tempo fa: come posso rimanere competitivo e capire cosa sia necessario per non annegare nel mare di dati che in ogni istante escono a mia insaputa?
Oggi serve un nuovo modello di Human Learning che aiuti a individuare il proprio ruolo nel contesto del mercato, qualunque esso sia, culturale o finanziario o ancora altro. Avere quelle regole linguistiche e semantiche che permettono di capire i segnali a noi Vitali quando appaiono. Che ci permettono di fare le giuste domande che implicano le giuste risposte. E così via per molte condizioni che si possono ottenere solamente con un impegno mentale diverso da quello di un insegnamento abitudinario e generalista.
Un sapere che dia la mappa per saper dare risposta ai COSA COME QUANDO DOVE PERCHÉ di ogni nostro impegno. Studiare non finisce con la scuola. Aggiornarsi è vitale, forse aggiornarsi continuamente è il nuovo modello di studio che abbiamo sempre fatto coincidere con il tempo scolastico. Sapere di sapere. La differenza tra evolvere o estinguersi sta nel sapere cosa si stia cercando come ottenerlo dove trovarlo quando farlo e infine capirne il perché.
Lorenzo Miglioli