Luca Aschei 09 giugno 2022
La primavera è inoltrata e ormai l’estate è alle porte, tempo di vacanze.
Un po’ di riposo ci vuole, soprattutto per i ragazzi, dopo il cambio repentino delle docenze in presenza diventate online con professori preparati e professori che si sono dati alla macchia e poi ancora docenze online che sono tornate in presenza.
Oggi è tempo di riflessioni. I ragazzi delle scuole ancora mascherati anche negli ultimi giorni anche se sono i meno esposti con contagi che sono uguali a zero virgola zero li tuteliamo da un qualcosa che ora non c'è senza pensare alla loro sanità mentale che va in sfacelo proprio come la sanità Italia che era un gioiello, la migliore al mondo.
Forse è tutto collegato. Ma pensiamo ai ragazzi mentre finalmente tutto il mondo è libero, proprio loro sembrano vittime di quella che si chiama “pedagogia del consumatore” che tanto le aziende adorano. La pedagogia si occupa dell'educazione, della crescita. Promuovere un prodotto ai ragazzi non fa parte proprio della scienza dell'educazione, promuovere un prodotto anche se non hanno ancora l’età per comprarlo è il signifacato giusto di pedagogia del consumatore, non proprio una bella cosa. Fare in modo che i giovani pensino ad un prodotto come normale per poi acquistarlo da adulti è un studio che pootremmo considerare subdolo e senza dubbio poco etico, ma si fa. Si fa perchè è un argomento poco conosciutto come i big data, argomento che tratteremo nel prossimo articolo. Ecco il primo esempio di pedagogia del consumatore, sono le maschirine ancora a scuola, è il più pericoloso di tutti ma purtroppo ce ne sono molto altri e non è certo il primo.
Un altro esempio importante sono le bevande a basso contenuto di alcol. Le bevande poco alcoliche che nell’estate saranno promosse sembra che non facciano male. La promozione lo comunicherà proprio così: “a basso contenuto di alcol” come se fosse una cosa positiva. No, dico con forza, l’abitudine a consumare alcol inizia proprio con il “poco”. Poco alcol ma per abituarli. Se fai assaggiare un cognac o un wiskey a un ragazzo giovane che non lo ha mai bevuto lo sputerebbe subito accorgendosi, dopo la giusta informazione che è ormai a conoscenza di tutti, che è vero veleno perché imbevibile, ma se abituato piano piano a gradazioni basse non sarà così forte al primo sorso. Il problema sta proprio qui, se non sono abituato saprò sempre che è roba forte, se invece ci arrivo piano piano rischio di diventare alcolizzato. Se mi abituano piano piano alle cose ci si casca.
Insomma ti abituo e ti “frego”. Tra cinque anni molti di loro saranno consumatori autonomi e altri ancora prima, quindi abituarli a un consumo verso dei prodotti piuttosto che altri è sempre stato l’intento aziendale e dei governi. I governi naturalmente puntano più al comportamento e allo stile di vita, ma questo lo affronteremo nel prossimo articolo. Tralasciamo quanto i ragazzi siano esposti a questo genere di promozione e pensiamo al cambio necessario di rotta che la scuola dovrebbe prendere il prossimo anno. Magari qualcuno del corpo docente capirò e si interessà anche a queste cose. Sarebbe auspicabile.
Per quanto riguarda la scuola pensiamo che a preparazione al lavoro, dovrebbe essere affidata alla formazione professionale e questa tanto decantata alternanza scuola lavoro dovrebbe essere proprio riservata a quest’ultima perché a scuola non si deve imparare a lavorare, a scuola si deve crescere e imparare, imparare a pensare. Fare sacrifici è anche un pensiero che non condividiamo, auspichiamo ad una scuola dove i ragazzi piangono quando escono e sono felici ad entrare perché imparare cose nuove piace a tutti, ma ci vogliono bravi insegnanti e programmi migliori.
Latino, greco, matematica, storia e ahimè magari una storia contemporanea è più recente, queste sono materie che aiutano a pensare senza dimenticare la filosofia.
La seconda guerra è ormai di 70 anni fa e il mondo ne ha fatta di strada sia in senso positivo sia il senso negativo, tuttavia sembra che sia sempre, ancora oggi, l’ultima parte del programma mentre nel mondo è successo poi di tutto.
Ora i ragazzi hanno strumenti diversi, siamo nell’era della conoscenza e dare a loro un metodo è basilare affinché amino studiare, ma che metodo?
Certamente un metodo di studio, offrire loro la capacità di navigare nel mare tempestoso del web. Offrire corsi di formazione proattivi, fattivi e avanzati, superiori, magari spiegando che il problema energia non è colpa loro ma di quanto assorbe il web, la rete e le cripto valute, non i loro motorini.
Servono forze nuove per far riflettere e preparare un mondo migliore. Si confida sempre in insegnanti intelligenti e qui spezziamo una lancia per loro, per i loro stipendi, per noi troppo bassi e per i loro impegni burocratici che spesso portano via tempo per informarsi formarsi e adeguarsi al mondo.
Tutto da rifare insomma, ma siamo ottimisti e speriamo che il mondo del web che sta promuovendo gli insegnati bravi sia di aiuto. Sproniamo quindi gli insegnanti a frequentare sempre più i tutorial delle loro materie e giudicare quanti siano noisi e quanti siano bravi e piacevoli da ascoltare. Non proponiamo corsi di formazione per loro, anche se una bella esperienza con l’Università Cattolica di Milano ci ha dato grandi soddisfazioni con professori di Fisica e Matematica che hanno apprezzato e adottato stupiti i nostri metodi di insegnamento molto coinvolgenti, con molta soddisfazione degli studenti che hanno visto il cambio di marcia dei loro professori.
Una estate per riflettere cosa cambiare dentro di noi per il futuro che delineerà con le nuove generazioni le nuove monete e la rete sempre più intelligente. Vogliamo giovani pronti a legiferare sulle idee e le proposte che arriveranno direttamente dalle macchine e ragazzi che sappiano distinguere il vero dal falso con la propria testa. Vogliamo gente più colta per le strade semplicemente con un diploma di scuola media e vogliamo ragazzi pronti al grande cambiamento dell’intelligenza artificiale,
Insomma la scuola deve dare il meglio di se e lo deve fare attraverso persone preparate e libere.
Meritate vacanze o momento per nuovi programmi e riflessioni per l’anno 2022 2023?