Un dato veramente allarmante che vede nel 2022 i NEET (Not in Education, Employment or Training) né al lavoro né frequentare un qualsiasi corso di studi. Probabilmente fermi in casa con in mano un telefono o un tablet ad alimentare la loro inedia e ingrassare chi li vuole sempre su internet.
Preda di messaggi spesso fuorvianti sulla realtà della vita Tik Tok e Instagram la fanno da padroni in questo periodo insieme a tutti i giochi online. Le aziende produttrici di game hanno avuto infatti in questi due ultimi anni un incremento di fatturato e di collegamenti mostruosi a scapito di palestre, corsi di formazione, sale divertimenti, ristoranti e bar.
È questo il futuro che ci aspetta? Giovani disoccupati che non potranno diventare vecchi perché incapaci di sostenersi da soli?
Sembra di sì se non si pone un veloce rimedio. È provato anche un aumento di problemi psicologici nei giovani legati ad una mancata vita sana all’aria aperta e possibilità di frequentare amicizie in libertà.
Il primato purtroppo spetta all’Italia con una quota di NEET del 23,3%, seconda la Grecia con un 18,8% e terza la Bulgaria 18,1%. Insomma, siamo in buona compagnia, ma non certo con paesi con cui abbiamo condiviso negli anni opportunità economiche o commerciali e industriali.
Nel nord Europa le percentuali sono ad una cifra.
Un tonfo su tutti i fronti e anche con i giovani.
Il divario di genere purtroppo sempre presente nel nostro paese vede un 25 % di ragazze tra i 15 e 29 anni inoccupate e senza percorso di studi mentre i ragazzi nullafacenti sono il 21%
In totale sono 146.000 in più del 2019, una salita del 10% in un anno. Il 50% dei NEET sembra addirittura che non cerchi assolutamente lavoro, non sono disponibili a lavorare mentre abbiamo in Italia il caso strano della mancanza di personale delle aziende.
C’è proprio da lavorare sull’argomento direi da parte di chi un lavoro lo ha e si dovrebbe dedicare a questo per incarico! Manca la forza lavoro e si alzano i numeri di chi non vuole proprio lavorare.
Gli elementi da prendere in considerazione sono innumerevoli, ma sembra che non si metta le mani su nulla. Dal costo del lavoro altissimo per l’imprenditore allo stipendio gravato di tasse e basso in confronto agli altri stati membridell’Europa.
Chiudendo velocemente qui questo disastroso bilancio, in una battuta, potremmo dire che se quanto versa l’imprenditore andasse al lavoratore forse assisteremo ad una inversione di tendenza. Una vera semplificazione, meno balzelli versati in mille rivoli, meno trattenute e certamente in un anno tutto potrebbe cambiare, oltre qualche altro piccolo accorgimento a favore delle aziende Italiane eccellenze nel mondo.
Luca Aschei
Photo di: Mateusz Klein
Con la pandemia e i lockdown arriviamo a 1.400.000 di giovani che non lavorano e non studiano. Un primato negativo per l'Italia prima in Europa, seguono Grecia e Bulgaria.
Di Luca Aschei
Photo Mateusz Klein