Negli ultimi anni, si è assistito a un fenomeno crescente: sempre più giovani, soprattutto nei paesi occidentali, sembrano disinteressati al lavoro e alla carriera professionale. Questo trend ha generato un dibattito ampio e acceso, con varie interpretazioni e spiegazioni.
Una prima spiegazione potrebbe essere legata alle difficoltà incontrate dal mondo del lavoro, soprattutto nel contesto post-crisi finanziaria del 2008. L'aumento della disoccupazione, della precarietà e dei bassi salari, unito alla sempre più evidente polarizzazione del mercato del lavoro tra le professioni altamente qualificate e quelle meno specializzate, potrebbe aver scoraggiato molti giovani dall'intraprendere una carriera professionale.
Inoltre, molte ricerche hanno evidenziato come i giovani siano spesso alla ricerca di un lavoro che offra loro non solo un buon salario, ma anche la possibilità di un equilibrio tra lavoro e vita privata, una certa flessibilità nell'organizzazione del lavoro e la possibilità di un impatto positivo sulla società e sull'ambiente. Se queste aspettative non vengono soddisfatte, molti giovani potrebbero sentirsi delusi e disinteressati al lavoro.
Ma ci sono anche altre spiegazioni, legate al cambiamento di valori e di stili di vita della società contemporanea. Ad esempio, molti giovani sembrano privilegiare esperienze e attività che offrano loro un senso di realizzazione personale, di creatività e di autonomia, come il volontariato, il freelance, l'imprenditoria sociale o la creatività artistica.
Inoltre, il progresso tecnologico e l'innovazione digitale hanno generato nuove opportunità di lavoro e di carriera, spesso legate al mondo digitale e al lavoro remoto. Questo tipo di lavoro potrebbe essere più attraente per i giovani, in quanto offre la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo e di avere maggiori libertà nell'organizzazione del lavoro.
Infine, va considerata anche la crescente consapevolezza dell'impatto delle attività umane sull'ambiente e sul clima, che ha spinto molte persone, soprattutto giovani, a cercare modi di lavorare e di vivere più sostenibili e
rispettosi dell'ambiente.
In conclusione, il fenomeno dei giovani che non vogliono lavorare è complesso e dipende da diversi fattori. Tuttavia, sembra evidente che i giovani stiano cercando nuove forme di lavoro e di carriera, più in linea con le loro aspettative, i loro valori e le loro passioni. In questo senso, le aziende e i governi dovrebbero lavorare per offrire nuove opportunità di lavoro, per valorizzare le competenze e le passioni dei giovani e per promuovere una cultura del lavoro più sostenibile e umana.
Tirando le somme, una certa svogliatezza dovuta all'età, una consapevolezza che sarà difficlle riuscire ad avere successo in modo tradizionale viste le difficoltà nel nostro paese ad aprire una azienda con le poi conosciute traversie che un imprenditore deve passare fino al salario che per i dipendenti italiani è fermo da trent'anno portano i giovanoi a rinuciare. Come dar loro torto?
Nel nostro piccolo con Studio Aschei offriamo corsi di formazione che possano offrire percorsi alternativi. Puntiamo sul digitale e sulle lingue, necessarie anche per studiare le nuove materie e puntiamo sulla motivazione. Sono molti i nostri casi di successo che hanno portato i ragazzi dopo i nostri corsi ad aprire una nuova azienda. Il caso più significativo e originale è quello di Nicole Viadana che in un anno ha aperto la sua azienza che produce e commercializza gin "DEA DIANA GIN" una azienda che sta avendo riconoscimento un po' in tutto il mondo con un distillato originale ottenuto dalle foglie del Vermentino Ligure. Un'azienda sostenibile, innovativa e che promoziona il territorio. Assaggiatelo e date forza alla stat up di Nicole: https://www.deadianagin.com/ non ve ne perntire.
Proviamo a trovare alcuni dei perchè.