L’intelligenza artificiale, riflessioni su ciò che succederà
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Evidenziatore Corso

L’intelligenza artificiale, riflessioni su ciò che succederà

Mi rifaccio ad un simpatico intervento su You Tube di un giovane genio italiano Michele Grazioli che si occupa di Intelligenza Artificiale per dirvi anch’io, che mi sento giovane come lui ma ahimè non lo sono, che differenza c’è tra un Robot e una AI perché la confusione è tanta.

Michele dice che lo chiamano parenti di persone stupide per fare qualcosa in modo tale che acquisiscano un po' intelligenza, una sorta di trapianto di intelligenza. Insomma se hai uno scemo in famiglia e vuoi fargli un regalo un cervello nuovo non sarebbe male, ma ecco il rischio, perché in fondo quello che le persone vogliono è diventare migliori senza sforzo e quindi il business del trapianto di un cervello artificiale al posto di uno pigro e scemo sarà purtroppo il futuro, un vero affare. Perché dico purtroppo? Perché come per tutte le cose saranno solo i ricchi a poterselo permettere e a regalarselo tra loro magari a Natale e se non ci sarà qualche AI Open Source, che mi auguro sorga presto, non credo che un cervello nuovo lo potrannoo avere tutti e anche far diventare furbi tutti potrebbe essere un bel problema.



Le conseguenze di avere una classe agiata intelligente sarebbero senz’altro migliori di averla scema come ora, ma purtuttavia saranno le intenzioni a fare la differenza. 

Ora al di là della fantascienza, che ha sempre precorso i tempi e tutto quello che i grandi autori e romanzieri hanno immaginato è poi accaduto, torniamo al presente perché di trapianto tra cervello umano e cervello artificiale non ne ho contezza, ma sono sicuro ci abbiano già provato. In fondo la clonazione totale di una pecora è stata nel lontanissimo 1996. La pecora Dolly è vissuta sette anni su una media di dieci di una pecora normale. Pensate non ci siano nuovi cloni in giro o altre cose simili, o pensate che non abbiano già fatto dei cloni umani? Beati voi che vivete tranquilli.



E allora cos’è l’AI e cosa fa? Finalmente arriviamo al dunque e la risposta è: un computer che elaborando una quantità di dati incredibili riesce a ragionare senza l’aiuto umano e spesso a predire il futuro.

Quante volte avete pensato che il vostro telefonino vi ascoltasse? Quante volte vi è apparsa una ricerca che avreste voluto fare e non avete fatto ma appena avete preso il telefono in mano l’avete vista? Siete su un social e vi appare proprio l’immagine di ciò che avete pensato ed proprio lì tra i post dei vostri amici. Ecco questa è l’intelligenza artificiale, non è spionaggio, non vi hanno ascoltato, anche se non possiamo esserne sicuri, ma l’AI anche senza ascoltare la vostra voce può sapere cosa avete detto.

L’Ai vi conosce come vostra mamma vi conosceva da bambini e sapeva se avevate fame o avevate voglia di dormire a se stavate pensando di rientrare a casa più tardi mentre dicevate: "Torno presto Ma". Vi conosceva bene e, la mamma elaborando tutto ciò a sua disposizione dalla vostra nascita sapeva cosa stavate pensando, poi con l’adolescenza avete iniziato a proteggere i vostri dati e siete cresciuti e la mamma qualche volta ha sbagliato. Proteggere subito i propri dati potrebbe essere una soluzione allora, da attuare con consapevolezza e sapendo cosa si fa. Diventiamo grandi e iniziamo a proteggerci.

L’AI infatti dopo una quantità infinita di dati che avete lasciato nel web riesce a capire cosa penserete e a volte anche cosa state pensando ora e cosa state desiderando. Non ci sono fluidi umani, anche se qualcuno di molto conosciuto ne ha già brevettato l’uso, per ora ci sono solo le tracce che ogni giorno lasciate, con la carta di credito, con il bancomat, i giornali online che leggete, i micro secondi in più o in meno che trascorrete su un post piuttosto che un altro e tutte le altre vostre scie, come i vostri spostamenti e le volte che avete preso l’auto o siete andati a piedi e via così ed ecco che tutto questo dona al computer la possibilità di predire cosa pensate da li a qualche minuto o a qualche giorno.



Insomma quando si faceva pubblicità tradizionale negli anni 70 si sapeva che un italiano ci metteva sei mesi a decidere che auto comprare e sei mesi prima dell’uscita sul mercato di un’auto si iniziava a strombazzare che il nuovo modello sarebbe arrivato di lì a poco. 

Ora contano i secondi nemmeno i minuti, se lasci i tuoi dati su un modulo promosso sui social per avere informazioni su un prodotto e non ti chiamano subito, domani è tardi, ti sei dimenticato e magari non compri più perché vuoi altro, hai cambiato idea e i robot qui iniziano a fare il loro lavoro dandoti delle risposte preconfezionate che ti sembrano date da umani e lo fanno subito.

Ora che tutto è più veloce e ora che indurre un comportamento piuttosto che un pensiero è diventato più facile attraverso fake news fatte apposta, quelle lanciate proprio consapevolmente dai media istituzionali e fake news che invece sono generate da chi non vorrebbe, ma coinvolto emotivamente rilancia tutto ciò che gli sembra vero, ora dicevo è il momento per stare in guardia e capire cosa succederà, perché qualcosa succederà e speriamo sia una cosa buona, anzi facciamo tutti in modo sia una cosa buona. Impegnamoci tutti a far si che questo nuovo mondo rimanga libero e migliore grazie alla tecnologia e per far questo dobbiamo conoscerla meglio.



Ricordiamo li caso della società Cambridge Analytics e le campagne presidenziali di Obama, della Clinton, di Trump e Biden che si sono giocate tutte sulle emozioni i dati e le comunicazioni attraverso il web e i social che hanno spostato quei voti necessari al sorpasso. Una elezione di uno piuttosto che un altro grazie al web e ai nostri dati. La Cambridge Analytics adesso non esiste più. Ha preso dati da FB, almeno così Facebook ha dimostrato di non esserne totalmente a conoscenza, ma la conoscenza di queste cose da parte di chi poi deve sentenziare è così bassa che mettere qualcuno a giudicare di web è come mettere un novantenne a fare una storia di Tik Tok. Dobbiamo crescere, saperne di più. Fare corsi di formazione e capire cosa sta accadendo.

Si è scoperto ultimamente che uno studio legale online dava consigli con tanto di avvocati con foto e curriculum vitae peccato che fosse tutto finto. Tutto, anche le persone erano state costruite con volti e corpi che ispirassero fiducia, ma non esistevano. Poco male si potrebbe dire, se i consigli sono giusti. Ecco, una serie di risposte legali non sono AI. Il computer non le può ancora dare e quindi come dietro al mitico Salvatore Aranzulla ci sono molti esperti a dare consigli su come usare il pc anche dietro le chat bot (le chat automatiche) ci sono persone che pensano le possibili risposte, le scrivono e ogni giorno sono impegnati a metterle nei file di risposta. Una serie di risposte che citano gli articoli del codice per esempio è robotica non è AI ma sono solo robot che scelgono le risposte che hanno già nel proprio sistema. L’AI in vece le genera e questo personalemente mi agita un po'. 

Il riconoscimento facciale è AI, Fb che vi suggerisce un tag “leggendo le foto e riconoscendo le persone che sono presenti nella foto è AI. 



L’AI pensa e in America è già utilizzata per dare, ad esempio, la libertà anticipata ai detenuti, naturalmente in base alla legge, ma c’è un ma enorme, ed è già in discussione. L’AI impara dai dati che ci sono e può anche avere enormi pregiudizi  proprio come gli umani. Se impara da noi è finita, se non è una Ai corretta ed è una Ai cattiva siamo finiti, perché non potremo mai contrastarla. Sembra infatti che le donne di colore non riescano a ottenre dal computer nessuno sconto di pena e i privilegiati sono solo gli uomini bianchi. Dovel'avrà imparato l'AI? Pensate a insegnare ad un AI solo ciò che hanno pensato i peggiori potenti e dittari del mondo, nascerebbe il vero conflitto tra un Dio digitale buono che spero qualcuno crei e i Demoni, i veri demoni del mondo conosciuto. Creiamo velocemente una AI buona e… vediamo che succede, ma state all’occhio!

Quindi a preoccupare è l'AI e non i Robot poverini e non chiamiamola intellegenza perchè quella è umana e basta. Troviamole un nome. Pensiero meccanico vi piace?

Chissà, forse anche la storia potrebbe insegnarci qualcosa, la filosofia e l’antropologia ma non sarà mica per questo che si vogliono limitare come materie nelle scuole? Pensateci e ricordate che cambiare idea è da intelligenti, rimanere sempre della propria è da ottusi.

Buona Vita.

 

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Di: Luca Aschei. 

C’è grande confusione a riguardo, si confonde spesso robot con AI, ma sarà veramente utile o dannosa tutta questa nuova e potente tecnologia?