Il Caso 'Daje' di Ignazio Marino.  
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Il Caso 'Daje' di Ignazio Marino.  

Il Caso 'Daje' di Ignazio Marino.  

Un sindaco 'fuori dalle righe'.

Quando il linguaggio giovanile non aiuta la politica

Ignazio Marino, sindaco di Roma dal 2013 al 2015, si distinse per il suo stile di comunicazione originale e informale. Un politico che, a differenza dei suoi predecessori, cercò di connettersi con i cittadini romani utilizzando un linguaggio più colloquiale e diretto. Questo stile era particolarmente evidente sui social media, dove Marino era attivo, pubblicando spesso messaggi, foto e annunci sulle sue attività quotidiane. Uno dei momenti più iconici (e controversi) della sua comunicazione fu l'uso dell'espressione “Daje” – un termine tipico del dialetto romano che può essere tradotto con “Dai!” o “Forza!”, spesso usato per incoraggiare o incitare.

 

Marino cercò di usare questo linguaggio come strategia di avvicinamento alla cittadinanza, per apparire più vicino alle persone comuni. Tuttavia, questo approccio non ebbe il successo sperato e, in alcuni casi, portò a un effetto contrario, alimentando critiche e fraintendimenti sulla sua figura pubblica e sul suo ruolo istituzionale. Vediamo perché.

 

L'Intento di Marino. Avvicinare la politica ai cittadini

 

Quando Ignazio Marino fu eletto sindaco di Roma nel 2013, ereditò una città con gravi problemi di governance, un elevato livello di debito pubblico, e una cittadinanza esasperata da anni di cattiva amministrazione. In un contesto simile, Marino volle dare un segnale di rottura rispetto alla "vecchia politica", cercando di mostrarsi come un sindaco moderno e vicino ai cittadini.

 

Il suo uso frequente del termine "Daje" nei post sui social media e nelle dichiarazioni pubbliche era una scelta intenzionale per creare un'immagine accessibile, spontanea e rilassata. L'obiettivo era di presentarsi come un sindaco che comprendeva e viveva la città, pronto ad affrontare i problemi con entusiasmo e pragmatismo.

 

Un esempio di questo approccio fu la campagna di sensibilizzazione "Daje Marino!", con cui il sindaco cercò di incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini, invitandoli a sostenere le sue iniziative con uno spirito di collaborazione e ottimismo. In teoria, l'idea sembrava vincente: rompere le barriere tra istituzioni e cittadini, offrendo un volto umano della politica.

 

Il Problema. Una comunicazione incoerente con il ruolo istituzionale.

 

Tuttavia, l'uso del linguaggio colloquiale e dei social media come mezzo principale di comunicazione iniziò a generare problemi. Marino non riuscì a mantenere un equilibrio tra la sua figura di rappresentante istituzionale e l'immagine di "cittadino qualunque" che cercava di promuovere. Molti romani percepirono il suo stile come troppo informale, quasi irriverente nei confronti delle istituzioni che rappresentava.

 

Ad esempio, quando Roma si trovava ad affrontare situazioni critiche, come la gestione dei rifiuti o problemi di sicurezza pubblica, i post di Marino che contenevano "Daje!" sembravano inappropriati e fuori luogo. Invece di trasmettere un messaggio di efficienza e serietà nell’affrontare le emergenze della città, la sua comunicazione trasmetteva un'impressione di leggerezza e distacco.

 

Questa percezione negativa fu accentuata durante alcuni episodi chiave, come il caos dovuto alla chiusura delle strade per la visita del Papa o le alluvioni che causarono seri danni in città. I cittadini si aspettavano risposte concrete e rassicurazioni, mentre i messaggi sui social di Marino sembravano concentrarsi più sul tono informale che sulle soluzioni reali ai problemi.

 

Il Risultato: Alienazione e critiche

 

La strategia di comunicazione di Marino finì per alienare non solo i cittadini comuni, ma anche i sostenitori e gli alleati politici. Il tono "giovanile" e informale con cui si rivolse ai romani risultò in molti casi fuori contesto, generando un senso di disconnessione tra il sindaco e la sua città.

 

Questa disconnessione fu ulteriormente aggravata da altri elementi della comunicazione politica di Marino. Mentre cercava di essere vicino alla gente con il suo "Daje", Marino non riuscì a costruire un messaggio coerente e convincente per affrontare i problemi strutturali di Roma. Inoltre, veniva percepito come un outsider, qualcuno che non capiva veramente le dinamiche della città, il che rese ancora più evidente il contrasto tra il suo stile comunicativo e le aspettative della cittadinanza.

 

L’immagine del sindaco sorridente, che diceva “Daje” mentre la città affrontava problemi reali, fu strumentalizzata dai media e dai suoi oppositori, che lo accusarono di incompetenza e scarsa capacità amministrativa. L’approccio di Marino divenne così oggetto di meme e satira politica, contribuendo a minare la sua autorità e la sua efficacia come sindaco.

 

La lezione da imparare: Comunicare con empatia e coerenza

 

L'esperienza di Ignazio Marino insegna quanto sia importante adattare il proprio linguaggio al contesto e al ruolo che si ricopre. Sebbene un tono più informale e vicino ai cittadini possa essere efficace in determinate situazioni, è fondamentale mantenere un equilibrio tra empatia e autorevolezza, specialmente quando si occupa una posizione istituzionale di rilievo.

 

Un buon comunicatore deve saper leggere il momento giusto e il giusto contesto. L'empatia verso il pubblico non può mai essere separata dalla comprensione delle aspettative di chi si rappresenta, e il tono della comunicazione deve riflettere la gravità o la leggerezza della situazione. Ignazio Marino tentò di utilizzare una strategia che, in teoria, sembrava positiva, ma nella pratica si rivelò controproducente perché non rispettava il giusto equilibrio tra informalità e ruolo istituzionale.

 

Il caso di Ignazio Marino dimostra quanto sia importante una strategia di comunicazione solida e ben pensata per qualsiasi figura pubblica. Che si tratti di un sindaco, di un'azienda o di un leader politico, sapere quando e come comunicare è fondamentale per mantenere il rispetto e la fiducia del proprio pubblico.

Sviluppare una giusta strategia di comunicazione efficace e coerente con la tua identità e il tuo ruolo è importante. Evitare errori che possono compromettere la tua immagine pubblica, assicurandoti che il tuo messaggio sia sempre percepito nel modo giusto dal tuo pubblico di riferimento è alla base del successo. Migliorare e comunicare con successo è necessario e i gettano le basi per conquistare il proprio pubblico, o perderlo.

 

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Il Caso 'Daje' di Ignazio Marino.  

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