La cultura del grazie aziendale
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La cultura del grazie aziendale

di Luca Aschei 24/07/2022

L’ho imparato e poi insegnato in una grande azienda.

Una di quelle che negli anni '50 ha iniziato con un piccolo punto vendita e ora fa miliardi di euro di fatturato e da lavoro a circa 25.000 persone.

È una pratica che porta fortuna, insegnata nel modo corretto fa miracoli. Qui un accenno utile.

Il grazie si dice a tutti, si scrive in una mail, in tutte le mail e si dice a colui che ti porta la merce e a colui che scarica e si dice al buyer e al venditore, alla commessa e alla cassiera, si dice a tutti proprio a tutti anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Si dice sempre: grazie.



Dire grazie significa apprezzare, sapere che dietro qualsiasi gesto c’è un impegno, una fatica, e una volontà di servire bene l’altra persona. Grazie, una parola così semplice che può cambiare l’umore di chi la riceve e far comprendere l’apprezamento del lavoro svolto.

Grazie perché sei qui, grazie di quello che mi dici, grazie del tuo lavoro, grazie che hai svolto un compito.

Questo non tralascia e non dimentica il fatto che tutto deve essere fatto bene, perfettamente e senza possibilità di contenere errore. Si deve fare tutto con il massimo impegno e il “grazie” presuppone che tutti eseguano il loro lavoro come deve essere fatto e cioè al massimo delle loro capacità. Tutti dovremmo lavorare al massimo delle nostre capacità, se non lo facciamo il torto è a noi stessi.

Se non svolto bene un compito faccio danno solo alla mia intelligenza e alla mia potenzialità, faccio torto a me stesso che non dimostro cosa so fare.

Lavorare al massimo non significa distruggersi perché questo sarebbe lavorare oltre le proprie possibilità, ma lavorare al di sotto delle proprie capacità significa distruggere se stessi, lasciarsi andare al di sotto di se stessi e iniziare a perdere le proprie qualità. Significa negarsi.



È come nello sport, nello studio e nell’amore, se non amo con tutto me stesso la mia capacità di dimostrare amore si affievolisce, se non mi alleno al massimo il mio corpo non migliora e le performance scendono, se non studio al massimo delle mie capacità imparo meno. Presupponendo quindi che tutti si impegnino nel modo giusto devo ringraziarli quando quel qualcosa che fanno è, anche se in minima parte, rivolto a me. Anche quando vedi la svogliatezza e noto chiaramente che coloro che ti servono puoi ringraziare e provare a risvegliare così ciò che si è addormentato nell’altra persona.

Quindi se ringrazi gli altri faranno tutto sapendo che li apprezzi, che sono utili e donerai quel giusto riconoscimento che non ti costa nulla e ti rende consapevole del lavoro e del mondo che ti sta intorno..

 

Grazie di aver letto fino qua e grazie di seguire il nostro blog.


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La cultura del grazie aziendale

Il grazie una parola semplice che cambia il mondo.